La riabilitazione equestre per disabili nella Fondazione Don Gnocchi

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La riabilitazione equestre per disabili nella Fondazione Don Gnocchi
Antonella Artuso
medico del servizio riabilitazione equestre Centro IRCCS “S. Maria Nascente” di Milano

In cosa consiste la riabilitazione equestre? Semplificando al massimo, potremmo definirla come l’unica tecnica riabilitativa che utilizza uno “strumento” animato: il cavallo. La seconda domanda nasce allora spontanea: come è possibile aiutare una persona a stare meglio, avvalendosi di un animale così timido, riservato, timoroso, forte e imprevedibile? Basta osservare le caratteristiche morfologiche del cavallo per rendersene conto: l’altezza, l’incollatura, la lunghezza delle zampe. Poi quelle biomeccaniche: il suo movimento, così armonico, al passo, al trotto e al galoppo. E poi la sua indole, paziente e generosa. Tutto ciò compone uno “strumento riabilitativo” così complesso da offrire molteplici possibilità di interventi.

La riabilitazione equestre in Fondazione Don Carlo Gnocchi è una tecnica ormai consolidata, da quando nel 1984 venne introdotta da un gruppo di operatori della sede di Milano, che riuscirono ad applicarla a patologie molto eterogenee (neuromotorie, psichiche ecc.), permettendo così una prima osservazione degli effetti di questa modalità di intervento.

Con il tempo, il servizio è cresciuto. Attualmente la nostra attività si svolge presso il Centro Ippico Romanello di Milano, grazie all’ausilio di cinque esperti cavalli e attraverso l’impegno di medici, terapisti e ausiliari della Fondazione Don Gnocchi. Per il futuro, siamo in attesa del recupero e sistemazione di Cascina Linterno, che rappresenta la sede ideale per lo svolgimento di tale rieducazione e di tutte le attività correlate ad essa.

L’inserimento di un bambino o di un adulto nel servizio di riabilitazione equestre viene preceduto da una visita medica, a cura del servizio di medicina dello sport della Fondazione. Questo passaggio permette di evidenziare gli obiettivi che andranno raggiunti nel rispetto delle possibilità, delle necessità e dei desideri del soggetto disabile. Successivamente si costruisce – insieme ai fisioterapisti e agli psicomotricisti – il progetto riabilitativo vero e proprio, scegliendo il cavallo più adatto e le modalità di intervento: ippoterapia, riabilitazione equestre individuale, di gruppo o volteggio.

La riabilitazione attraverso l’uso del cavallo offre molteplici possibilità terapeutiche, che possiamo suddividere nel seguente modo:

– l’attività a terra consiste nell’approccio al cavallo attraverso la cura, la pulizia, la bardatura ed è costantemente proposta durante tutto il ciclo terapeutico.

– l’ippoterapia rappresenta la fase passiva dove viene sollecitata la risposta neuromotoria del soggetto agli stimoli offerti dal cavallo attraverso il suo movimento (interazione biomeccanica cavallo-cavaliere).

– la rieducazione equestre è invece la fase attiva della terapia dove vengono svolti attivamente esercizi finalizzati alla stimolazione delle reazioni di equilibrio e della coordinazione, all’orientamento spaziale e temporale, alla memorizzazione, all’accettazione delle regole comuni, alla relazione e socializzazione. La rieducazione equestre può svolgersi con differenti modalità: lavoro individuale, di gruppo o volteggio.

Come in tutte le tecniche riabilitative, esistono delle indicazioni e delle controindicazioni, proprio per la vasta applicabilità di questa tecnica. Risulta quindi necessaria un’attenta valutazione degli obiettivi da raggiungere. Per l’avvio e il completamento con successo del ciclo terapeutico occorre infatti un notevole impegno nel superare sia le ansie che il cavallo produce con la sua struttura grande e forte, sia le difficoltà climatiche non sempre favorevoli. Soprattutto bisogna imparare a collaborare con un essere vivente che ha precise necessità, quali l’essere accudito, pulito, pettinato ma anche premiato con affettuose carezze e con attenzioni. Il cavallo va conosciuto e rispettato. Talvolta si ammala. Ma sono proprio l’affetto, le emozioni, la relazione così speciale che si instaura con questi animali ad aiutare le persone disabili a superare le difficoltà e a far nascere in loro quella forza sorprendente denominata “motivazione”, a permettere di reclutare capacità residue, spesso non utilizzate, per raggiungere la massima autonomia nelle attività quotidiane e di relazione.

Le principali indicazioni della riabilitazione equestre riguardano le lesioni neuromotorie, quali sindromi da lesioni cerebrali, deficit di produzione del movimento, disturbi della regolazione del tono muscolare, disturbi della coordinazione, patologie neurologiche progressive, turbe sensoriali quali la cecità. Ci sono poi i disturbi evolutivi e comportamentali come sindromi da ritardo maturativo dello sviluppo psicomotorio, disturbi comportamentali, patologie psichiatriche (psicosi, autismo ecc.), disturbi cognitivi, sindromi genetiche (Down). Non va inoltre dimenticato che esistono anche controindicazioni alla riabilitazione equestre e precisamente si tratta di alcune patologie ortopediche (esempio le scoliosi evolutive), neurologiche e cardiovascolari.

La riabilitazione equestre rappresenta comunque un meccanismo complesso, all’interno del quale devono operare con efficienza diversi fattori: dal punto di vista dello svolgimento della terapia, è necessario contare su personale specializzato e dotato di un’elevata professionalità; dal punto di vista operativo, bisogna far conto su ambienti particolari quali un maneggio coperto, le scuderie, gli operatori per i cavalli (medico veterinario, maniscalco) e su vari strumenti inerenti la bardatura (selle, imboccature), la pulizia e la cura dei cavalli.

In definitiva, la riabilitazione equestre rappresenta una valida tecnica rieducativa in grado di offrire molteplici possibilità di applicazione, sia in sinergia con altri interventi riabilitativi (soprattutto in età evolutiva), sia come unico programma riabilitativo per la qualità dell’intervento stesso.

3 commenti:

alessandra15 Settembre 2012 at 12:05Reply

Bellissimo e interessantissimo articolo. Molte persone si avvicinano agli sport senza conoscere pienamente rischi e benefici; sono convinta che la vostra lodevole iniziativa può aiutare o coadiuvare la scelta di uno sport per i propi figli da parte dei genitori

alessandra15 Settembre 2012 at 12:15Reply

Se posso dare un suggerimento…potrebbe essere interessante spiegare a noi genitori quali sono le cose più importanti da monitorare a livello medico per gli sport principali. Faccio un esempio : per ogni sport è facile intuire che sia d’obbligo la visita del cardiologo ma ,ad esempio per l’equitazione,sarà necessario una maggiore attenzione all’apparato scheletrico ? Nella pallavolo,nel nuoto ecc a cosa dobbiamo stare più attenti ? Spesso,come genitori ,possiamo cedere alla tentazione di assecondare una richiesta sportiva da parte dei nostri figli che può rivelarsi “sbagliata” alla luce di una buona visita medica.
Grazie

luigi27 Dicembre 2016 at 21:15Reply

La terapia per mezzo del cavallo grazie alle sue diverse valenze terapeutiche sportive e ludiche riesce ad agire non soltanto sulle difficoltà neuropsicomotorie del disabile su quelle della sua interazione